In quanto occasione per l’attribuzione di senso e significato, la sessualità umana patisce di tutte le fatiche, le difficoltà, le delusioni che possono nascere dal tentativo di coniugarla con l’amore, il valore personale, il poter essere se stessi, la ricerca del vero e la tanto agognata libertà.
F. Veglia (2011)
Di cosa parliamo quando parliamo di sessualità?
Quello sulla sessualità è un discorso complesso e sfaccettato e sempre più slegato dall’idea di spinta biologica finalizzata alla riproduzione della specie.
Attraverso la sessualità, nelle molteplici espressioni e rappresentazioni, cerchiamo l’altro e intrecciamo legami interpersonali, generiamo e condividiamo significati su noi stessi e gli altri, costruiamo la nostra identità, la storia personale e i ruoli sociali possibili.
Leggere la produzione di discorsi sulla sessualità e le sue espressioni che le società e le epoche hanno realizzato nel tempo, ci fornisce informazioni sui modi attraverso i quali le persone hanno adattato e rimodellato quegli stessi significati, usi, costumi, definizioni di normalità e di devianza, in un’ottica interattiva tra individuo e società.
Da sempre la sessualità, non solo per la caratteristica istintiva più biologicamente mediata, è uno dei più potenti sistemi motivazionali dell’agire umano: per realizzarla pienamente dobbiamo muoverci verso l’altro, fuori da noi.
Un discorso multidimensionale
È solo per ragioni riduzionistiche che proviamo ad identificare alcune dimensioni della sessualità*.
La dimensione riproduttiva è la più remota ma non esente dall’evoluzione dei significati e degli usi, anche grazie alle possibilità offerte dalle tecnologie dedicate. Si pensi ad una coppia che si rivolge alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e ai risvolti psicologici, relazionali, emotivi, identitari, di ruolo e di cambiamento fisico che tale procedura comporta.
La dimensione ludica, mediata da regole e ruoli, contesti e campi di gioco nei quali i partecipanti possono sperimentare altre parti di sé fuori dall’ordinario e dal consueto.
La dimensione sociale vede la sessualità pretesto e spinta per la ricerca di relazioni. Nell’incontro con l’altro sperimentiamo le emozioni – esperienze psicofisiche caratterizzate da elevata intensità, immediatezza e durata breve, in relazione all’esposizione ad uno stimolo interno o esterno – dalle quali nascono desideri e bisogni, che muovono alla ricerca. Quando incontriamo un altro e riusciamo a condividere reiteratamente nel tempo le emozioni, ciò consente di costruire un legame e la loro trasformazione in affetti. E quando le emozioni ci permettono di condividere il significato profondo di ciò che ci accade insieme e di generare nuovi pensieri e progetti, impegnandoci in significati condivisi, le chiamiamo sentimenti.
La dimensione semantica è relativa ai significati che i contesti, i corpi, gli usi, le pratiche, le interazioni assumono nell’interpersonale e nell’incontro con l’altro in una data società e in un certo periodo storico, anche nella definizione di ciò che è “normale” e “deviante”.
La dimensione narrativa è inerente ai racconti che di me stesso posso fare sulla “mia sessualità”, che – come tutte le individualità – si discosta inevitabilmente di un tantum più o meno personale dalle tappe dello sviluppo che gli specialisti si aspettano nei manuali o da quello che la società in quel periodo storico definisce “normalità”. Ciò che ieri scandalizzava, oggi appare più consueto.
Le fasi della sessualità
Ad un altro livello di analisi possiamo individuare le fasi della risposta dell’organismo agli stimoli sessuali che portano al raggiungimento del piacere sessuale, una delle esperienze più intense ed emozionanti, accessibile a tutti e a tutte le età, per il quale servono poche e semplici conoscenze, ma non banali e non scontate, per poterlo vivere con soddisfazione.
Le classificazioni più accreditate in ambito scientifico suddividono la risposta dell’organismo agli stimoli sessuali, per gli uomini e per le donne, nelle relazioni sessuali interpersonali e nell’autoerotismo, in quattro fasi: desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione. I meccanismi biochimici, vascolari e neurologici che presiedono a tali funzioni sono regolati dal sistema neuroendocrino e vegetativo centrale e periferico, sulle cui funzioni impattano le condizioni psicologiche personali. Nell’uomo e nella donna gli eventi fisiologici che accadono sono piuttosto simili, le differenze sono limitate alla morfologia, a qualche funzione specifica degli organi genitali e alla tendenza a rispondere con tempi generalmente diversi. In accordo con la comunità scientifica di riferimento, si ritiene indispensabile l’accesso a queste nozioni di base con un linguaggio semplice e adatto alle fasce di età.
L’intervento psicologico per i problemi della vita sessuale
In accordo con uno dei più importanti psicologi che si occupa di sessuologia in Italia e sopra citato, è possibile leggere le problematiche legate alla sessualità non solo tenendo conto delle variabili e delle condizioni biologiche e fisiologiche, ma anche occupandosi delle componenti individuali e relazionali che caratterizzano le cosiddette disfunzioni sessuali.
In tale ottica l’intervento sessuologico può essere su vari livelli.
Un piano psicopedagogico, determinato dalla necessità di scambiare con il consulente informazioni chiare, precise e ripulite dalle credenze e dagli stereotipi che condizionano le aspettative sulla sessualità e gli esiti dei comportamenti individuali.
Il piano consulenziale – sex counseling o counseling sessuologico – di orientamento e sostegno alle persone nell’assimilare le conoscenze (derivanti dalle informazioni di cui sopra) e a costruire una sessualità, in termini di scelte, azioni e di identità, soddisfacente, sostenibile e responsabile.
Infine il piano della psicoterapia – non solo come ristrutturazione delle modalità cognitive ed emotive e delle azioni che ne derivano nell’esperienza sessuale attraverso la terapia mansionale focalizzata sul disturbo sessuale – ma anche come occasione di esplorazione dei significati attribuiti a se stessi e relativi alle convinzioni su di sé e ai comportamenti che ne derivano, di cui il sintomo sessuologico ne è un’espressione.
Attraverso i tre piani terapeutici è possibile trattare i più frequenti disturbi della sessualità umana, il desiderio sessuale ipoattivo, le disfunzioni psicogene dell’erezione, il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile e i disturbi dell’orgasmo (anorgasmia femminile, eiaculazione precoce e ritardata).
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*tratto da Problemi della vita sessuale e riproduttiva di F. Veglia, in Psicologia clinica dell’interazione e psicoterapia, di Salvini A. e Dondoni M. (2011), Giunti Editore.