La comunicazione della separazione ai figli
Alcune indicazioni per la gestione della comunicazione della separazione ai figli in età scolare.
Nella comunicazione ai figli della scelta di separarsi è importante considerare alcuni aspetti.
I dubbi, gli interrogativi e i timori che i genitori hanno rispetto al modo più opportuno per dare tale comunicazione sono comuni e segno della volontà di farlo in modo attento e rispettoso e non sono segno di incapacità. Vanno accolti e analizzati, anche con l’aiuto di uno psicologo.
Spesso i timori genitoriali derivano dall’idea che la separazione sia un evento traumatico che condizionerà la vita dei figli. Senz’altro la separazione è un evento molto stressante per tutti i componenti della famiglia, almeno finché non si ritrova un equilibrio nelle nuove condizioni di vita.
Ma le ricerche sui fattori traumatici e sull’impatto che possono avere nel tempo, evidenziano che non è traumatica la separazione in sé, bensì la continua esposizione al conflitto genitoriale. Inoltre, non necessariamente eventi difficili o dolorosi rappresentano di per sé un trauma, questo dipende più dalle modalità con le quali l’evento viene vissuto, dai significati che gli vengono attribuiti e dalle risorse del contesto.
Il coinvolgimento dei figli nel conflitto genitoriale nella fase precedente o post separazione è uno dei fattori di rischio evolutivo per i bambini laddove questi vengono chiamati ad avere un ruolo nel conflitto o a sostenere le ragioni dell’uno o dell’altro genitore. Questi atteggiamenti conflittuali non riconoscono i bisogni individuali del bambino e creano la sensazione di un continuo stravolgimento della realtà – la “versione della mamma” e la “versione del papà” – e sono un fattore di rischio per la capacità di dare significato alla realtà e per i processi di costruzione dell’identità. Capacità che si sviluppano ben oltre il tempo del processo di separazione.
In quest’ottica la comunicazione della separazione non va inteso come un singolo atto che si fa una volta per tutte, ma come un processo comunicativo e relazionale che considera diversi aspetti sui quali porre attenzione e che va preparato.
La reazione emotiva dei figli dipenderà dall’atteggiamento dei genitori e pertanto nel processo della comunicazione della separazione è necessario, preliminarmente:
- sospendere il conflitto evitando contrasti, recriminazioni e scambi di accuse davanti ai bambini (stando attenti anche al piano non verbale/implicito);
- smettere di pensare a come trarre vantaggi personali a discapito l’uno dell’altro;
- concordare modi e tempi per la comunicazione;
- individuare e condividere risorse e punti critici dell’uno e dell’altro;
Considerare gli aspetti su riportati, prima di comunicare la separazione ai figli, è una prima esperienza nel nuovo ruolo di genitore separato ma unito all’altro nell’interesse comune di tutelarli e, soprattutto i primi due punti, rappresentano l’impegno che entrambi si assumono nella nuova condizione.
Il momento della comunicazione deve essere caratterizzato da calma e al riparo da interruzioni e interferenze, sedendosi entrambi accanto ai figli e mettendoli a proprio agio.
Il messaggio che deve essere dato in maniera chiara e diretta, senza giri di parole è qualcosa di simile a “mamma e papà non vanno più d’accordo tra loro e hanno bisogno di vivere separati. Per questo motivo hanno deciso di vivere in due case diverse e faranno di tutto per andare d’accordo come genitori”.
Quest’affermazione reca con sé l’impegno di genitore separato a mettere da parte i conflitti di coppia per il bene comune dei figli e deve essere assunto come impegno fondamentale, che si dimostrerà negli atteggiamenti e nei comportamenti che i separandi avranno tra loro.
A tal proposito è importante rispettare gli accordi di separazione evitando, almeno nelle fasi iniziali, cambiamenti ulteriori derivanti da esigenze organizzative personali. Ciò serve ad eliminare gran parte dei motivi di conflitto tra separandi e aiuta i figli ad adattarsi alle nuove condizioni che ben presto diventeranno abitudinarie e dunque fonte di tranquillità.
Vanno evitati messaggi edulcorati come “non cambierà nulla” o come la “fortuna” di avere due case, due stanzette, due vacanze estive, due feste di compleanno, Natale, etc…
A questo messaggio di base potranno seguire informazioni su aspetti pratici e organizzativi derivanti dagli accordi di separazione. Questi potranno essere valorizzati se aggiungono ricchezza al rapporto di ogni singolo genitore con i figli (ad esempio, il papà che non ha mai accompagnato a scuola, da adesso lo farà almeno una volta alla settimana).
Dopo questa comunicazione è doveroso lasciar esprimere ai figli le proprie reazioni.
Ai due estremi ci saranno bambini che si mostreranno apparentemente sereni e poco coinvolti dal messaggio. Non è il caso di forzarli a parlare e ad esprimersi, lo faranno col tempo, se saranno sostenuti ad esprimere pensieri ed emozioni relativi alla separazione e al cambiamento che comporterà per loro.
Altri bambini invece reagiranno con sgomento, dolore e opposizione. Anche queste espressioni forti vanno accolte, ma rimanendo fermi sul messaggio senza edulcorarlo o cambiarlo per tranquillizzarli, oppure promettendo vantaggi (ad esempio i regali) o pensando di modificare gli accordi di separazione.
In ogni caso i bambini andrebbero rassicurati sul messaggio appena comunicato, che riguarda mamma e papà e non la relazione con i figli. Sottolineo ancora che questa dichiarazione è un patto che impegna i separandi a non coinvolgere i figli nel conflitto, su questo si gioca la vostra credibilità.
Questa prima comunicazione può essere accompagnata dal coinvolgimento dei bambini nel cambiamento, per quegli aspetti pratici che li riguardano come, ad esempio, la scelta dell’organizzazione dei nuovi spazi di vita, laddove possibile.
E’ opportuno continuare a tenere a mente che la comunicazione della separazione è un processo comunicativo e relazionale che impegnerà entrambi i genitori anche dopo aver dato il messaggio.
Infatti nei giorni seguenti sarà importante capire con maggiore impegno e attenzione i pensieri, le emozioni e le eventuali preoccupazioni dei bambini.
Meglio non aspettare che siano loro a parlarne ma provare ad anticiparli ponendo loro le questioni che pensate possano preoccuparli di questo cambiamento e vedere come reagiscono, rispettando i loro tempi e il bisogno di metabolizzare la notizia.
Anticipare soprattutto due questioni che potrebbero sorgere nei bambini:
- l’emergere di paure rispetto ai cambiamenti in negativo che la separazione porterà (ad esempio non vedere quotidianamente entrambi i genitori, doversi adattare a nuovi ambienti…);
- il sentirsi responsabili della vostra separazione.
Su quest’ultimo punto va tenuto presente che i bambini hanno una visione del mondo autoreferenziale, ovvero attribuiscono a sé ciò che accade nel loro ambiente. La migliore rassicurazione sarà l’atteggiamento non conflittuale che avrete in generale ma soprattutto sulle questioni che riguardano gli aspetti organizzativi della separazione (giorni, orari, eccezioni, cambiamenti…) e sul non coinvolgerli nelle vostre discussioni.
Focalizzarsi sui bisogni dei figli è la nuova esperienza dei separandi, magari finora troppi impegnati dal conflitto di coppia. Ma da questo momento in poi è necessario dedicare attenzione, considerare e riconoscere i pensieri, gli aspetti emotivi e le loro manifestazioni, le preoccupazioni, espressi non solo verbalmente ma anche in modo non verbale attraverso comportamenti o atteggiamenti.
I comportamenti regressivi o di maggiori richieste di attenzioni, comportamenti provocatori o di scontro con uno dei due genitori o con entrambi possono essere letti come il timore del bambino di perdere i genitori e pertanto vanno accettati e rassicurati con dolce fermezza.
A questo proposito è importante usare gli accordi di separazione come “contenitore” del cambiamento, una sorta di “ancora” alla quale si possono appoggiare i genitori che dovranno accompagnare i figli verso questo cambiamento dalla coniugalità alla genitorialità.
Infine ricordo che tra i compiti genitoriali c’è quello di aiutare i figli a sviluppare la capacità di dare significato agli eventi della vita, tra cui anche la separazione dei genitori. Pertanto questa va affrontata sapendo che le vostre emozioni di separandi, i pensieri, eventuali sensi di colpa e recriminazioni, se ancora non elaborati, filtrano nella vostra interazione e comunicazione con i figli. Pertanto è opportuno valutare l’ipotesi di intraprendere un percorso psicologico/psicoterapeutico individuale che vi supporti nel processo di separazione.
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