Elogio della procrastinazione – a cosa serve rimandare?
Procrastinare, ovvero rimandare le cose da fare, è comunemente considerato un segno di debolezza e di pigrizia, qualcosa che bisogna combattere a tutti i costi.
La percezione di rinviare continuamente e non affrontare le cose quando si pensa che si debba fare, può avere un effetto sulla stima di sé (autostima).
Ma rimandare è anche una scelta.
Che può servire a prendere tempo per riflettere meglio, per analizzare e approfondire una questione che non abbiamo chiara.
Scegliamo di non fare nulla adesso, per sciogliere i dubbi e costruire una scelta più adeguata a noi.
Inoltre rinviare ci consente di controllare l’ansia di fronte alle cose che ci attivano, che sentiamo di dover affrontare.
In questi casi è la scelta più tranquillizzante che possiamo fare in quel momento.
Talvolta procrastiniamo perché ci spaventa il pensiero delle conseguenze delle nostre azioni e ci blocchiamo.
“Chissà cosa succederebbe se facessi questo cambiamento?”
“Come reagirebbe quella persona se dicessi quello che penso?”
Quando anticipiamo gli scenari possibili a queste domande, spesso teniamo in considerazione solo le conseguenze negative che potrebbero aver le nostre azioni.
Trasformiamo le nostre peggiori fantasie in certezze e naturalmente le vogliamo evitare.
In queste situazioni, rimandare è un modo per controllare l’incertezza e, almeno in un primo momento, ci può rasserenare.
In realtà, non sappiamo cosa succederebbe se facessimo ciò che sentiamo di dover fare.
Ma come si può essere sicuri che le cose andranno proprio come si pensa, se non si rimandassero?
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